Il piede è una struttura del nostro corpo molto importante. È il primo appoggio con il terreno quando camminiamo e da questo primo contatto il nostro sistema nervoso riceve un gran numero di informazioni che, dopo averle elaborate, le trasforma in azioni. Ma nonostante ciò, spesso il piede viene poco considerato nell’ottica globale di una determinata problematica, a meno che il dolore non sia riferito al piede stesso.
Come abbiamo detto, il piede è una struttura ricca di recettori sensoriali, che permettono al nostro cervello di capire come siamo messi nello spazio, su che cosa stiamo camminando e sulla qualità della superficie di appoggio e, attraverso queste informazioni, il nostro cervello permette al nostro corpo di adottare gli adattamenti necessari per svolgere al meglio l’azione che stiamo facendo.
Fatta questa premessa sul piede, oggi vi voglio parlare di uno strumento che utilizzo nella mia pratica clinica per affrontare alcune situazioni in cui è coinvolto il piede, sia direttamente che indirettamente: il plantare FORMTHOTICS ™, un’ortesi plantare che arriva dalla Nuova Zelanda, da un’idea del Dr. Charlie Baycroft.
Tra le caratteristiche di questo plantare (che potete trovate liberamente sul loro sito) quella più interessante è il fatto di essere termomodellabile a bassa temperatura: questo ci permette di modificare più volte il plantare in modo da poterlo adattare alle condizioni cliniche del paziente durante tutto il percorso terapeutico. E nel caso dovessero servire delle modifiche più strutturali (ad esempio per avere un maggior sostegno a livello dell’arco plantare), abbiamo a disposizione degli inserti (cunei antipronatori, rialzi per il tallone, gocce metatarsali) che si possono applicare e rimuovere con estrema facilità.
Quando può essere d’aiuto un plantare Formthotics?
Il plantare non deve essere inteso come un trattamento unico nel risolvere una problematica, ma deve essere inserito all’interno di un programma fisioterapico individualizzato. Può trovare efficacia in alcune situazioni dolorose legate sia al piede (alluce valgo, neurinoma di Morton, fascite plantare, tendinopatia del tibiale posteriore, piede diabetico) sia a carico di altre strutture (come ad esempio dolori al ginocchio e alla colonna lombare). Soprattutto per queste ultime, è importante fare un’attenta valutazione globale ed effettuare test dinamici sia con che senza l’utilizzo del plantare: se i test effettuati con il Formthotics sono positivi, allora il plantare può essere una soluzione da aggiungere al piano terapeutico per risolvere il dolore (soprattutto nel breve tempo).
Un altro pregio di questi plantari è dato dal grande comfort che garantiscono e per questo sono indicati sia per gli sportivi (runners, pallavolisti e calciatori) che per quei soggetti che durante la loro attività lavorativa devono stare in piedi per lunghi periodi.
Voglio parlarvi ora di due casi in cui il Formthotics mi è stato di grande aiuto:
- Nicoletta, 60 anni, addetta alle pulizie si è presentata nel mio studio con dolore al piede per la presenza di neurinoma di Morton (refertato ecograficamente), che le impediva di tenere per troppo tempo le scarpe (la paziente riferiva che quando usciva alla sera, trovava sollievo nel togliersi le scarpe e appoggiare il piede su una superficie fredda) . Dopo aver fatto un esame clinico del piede e valutato anche gli aspetti bio-psico-sociali, abbiamo deciso di utilizzare un plantare Formthotics all’interno del nostro intervento terapeutico. Ho svolto 3 sedute di fisioterapia (in 3 settimane) in cui effettuavo terapia manuale ed esercizi terapeutici e neurodinamici, oltre a degli esercizi da svolgere autonomamente a casa. I risultati sono stati che al termine delle 3 settimane di terapia c’è stata una netta diminuzione del dolore (90%) e la paziente riusciva a portare le scarpe per l’intera serata.
- Davide, 40 anni, operaio e runner amatoriale (principalmente partecipa a gare sui 10 e 20 km). Il paziente spesso soffriva di tensioni e irrigidimenti muscolari a carico del polpaccio (principalmente a livello del soleo) dopo le gare e, in 2 occasioni, ha subito una lesione di basso grado al soleo. Un giorno, durante un massaggio di scarico gli ho proposto il plantare Formthotics, spiegandogli, tra le altre cose, le sue caratteristiche di buon assorbimento degli urti da impatto con il terreno. Fin dai primi giorni in cui li ha messi nelle scarpe, mi ha riferito di aver trovato un immediato comfort e, usandoli durante gli allenamenti e le gare, non ha più avuto episodi dolorosi come nel passato. Un’altra cosa interessante che mi ha riferito è che, nonostante abbia diminuito la frequenza degli allenamenti, ha continuato a mantenere intatti i suoi tempi.
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Fonte: http://www.formthotics.com/